Lectio magistralis: una traduzione astrologica

di Massimo Fornicoli

Quella che segue è una breve mia traduzione astrologica dell’intervista fatta a Franco Battiato (nato a Catania il 23 marzo 1945 alle ore 14), da La Stampa del 29 aprile 2009, a cura di Giancarlo Dotto.

«DISPREZZO IL SESSO E LE MASSE»

Marte in Aquario: il pianeta del sesso in un segno che riguarda le masse, nella casa che riguarda l’Altro, la casa VII.

I cinquantuno chilometri dall’aeroporto di Catania a Milo bastano appena a Said per testimoniare quanto è bravo, generoso e illuminato l’uomo per cui da quindici anni lavora come autista tuttofare. È di Casablanca anche Sanàa, la giovane moglie. Anna è invece un’indigena. Paffuta, allegra e tonda, una cuoca da manuale. È a loro tre che Franco Battiato ha affidato la sua esistenza terrena in questa villa nel parco dell’Etna, Il suo monastero «dove tutto è bellezza, calma e voluttà».

In realtà, con il Sole in IX in Ariete, opposto a Nettuno in III in Bilancia, entrambi quadrati a Saturno dal Cancro (la casa per eccellenza), nessun luogo, se non quello mentale, gli va veramente bene. La IX in Ariete parla di idealità religiose; anche Mercurio si trova in Ariete e inoltre la IV è in Scorpione, vuota, mentre Plutone (signore della IV) è quadrato a Venere in Toro, nella casa del successo; naturalmente Venere e il Toro sono legati alla gola e alla voce e per un cantante rivestono una certa importanza.

Da queste parti il sacro è ovunque, Maria, Padre Pio e sant’Egidio. Contro la montagna che fiata e butta fuoco le donne conoscono un solo metodo, pregare. Ogni tanto piove cenere. Estasi e scosse. Si trema e si gela tutti insieme, nella stessa lava, nella stessa neve e sotto le stesse nuvole. Battiato qui studia, ascolta e medita nella vibrante intesa dei sensi in festa. Le due piscine, l’amaca, il bosco con i pini e le querce. Allunga la mano e trova di tutto, nespole, prugne, ciliegie, melograni, l’albero di fico nato dal nulla, la sua pianta preferita. Niente animali, da quando è morto Clemente, il gatto impallinato dai cacciatori, che forse era stato una lepre in un’altra vita. Battiato è un maniaco dell’ospitalità. E degli orari. All’una in punto, a tavola per il pranzo. Da vegetariano convinto si avventa sullo spaghetto, perché bisogna pur che il corpo esulti. «Questi rossi dell’Etna sono straordinari… Io sono astemio. Il mio corpo rifiuta tutto ciò che è tossico, alcol e fumo inclusi».

L’aspetto di quadratura che riceve Venere (pianeta legato anche al cibo), oltre tutto in Toro, segno del mangiare bene, penalizza quest’ultimo; anche Giove, pianeta del buon gusto e dell’oralità, nel tema di Battiato è penalizzato: è in Vergine e in II casa, che corrisponde di nuovo al secondo segno, il Toro.

Franco Battiato detesta.

«Detesto i politici che smaniano per piacere a tutti. Oggi si vive l’epoca dei leader tribali alla Tamerlano, ignoranti ed egoici. Leggevo un’intervista di Catherine _Deneuve. Adoro questa donna per la sua brutalità. Quando dice: “Piacere a tutti mi fa schifo”».

La casa VIII, che è legata alla politica, è vuota ed è in Pesci, il segno che meno si addice allo sfruttamento degli altri; anzi, la Luna, che nei Pesci si esalta, in questo tema è congiunta a Plutone signore dell’VIII; si trovano congiunti in XII, la casa di coloro che debbono essere soccorsi, e possono semmai sviluppare tratti filantropici. L’ascendente Leone non si cura di quanto pensano gli altri di sé, basta molto a se stesso; induce anche il bisogno di solitudine, soprattutto in un Ariete che sa di essere il primo.

Condivide?

«Gli applausi non mi piacciono, ma li accetto. Ho un certo disprezzo per le masse. Ti fanno diventare fetente anche se non lo sei».

Nettuno opposto al Sole indica la paura di non avere contorni ben decisi, non troppo impermeabili e quindi istinto di difesa (quadrato a Saturno), verso tutto ciò che può cambiarti.

Le piacciono i fischi?

«Trovo sia un malcostume manifestare il dissenso. Una volta, era il l980, Dario Fo aspettò che la gente defluisse dal concerto per venirmi a dire: “Non condivido i tuoi testi”. “Non m’interessa”, risposi».

L’Ascendente Leone e soprattutto Luna e Plutone in XII danno la voglia di essere diverso, la paura della regolarità legata alla casa opposta, la VI.

Complicato incastrarla in una definizione. Razionalista e spiritualista, scientista e mistico.

«La scienza non è un dogma. Penso a certi cretini patentati. A certo determinismo che ti condanna a partire dai tuoi geni. Io credo in qualcosa di extracorporale che sta in un punto fuori di noi. Ma credo, ancora di più, al libero arbitrio. In un milionesimo di secondo possiamo cambiare la rotta della nostra esistenza».

Saturno, pianeta della logica, in XI, la casa dell’equilibrio mentale, e Marte, pianeta della volontà (ancor di più in un Ariete), sono in trigono; danno allo slancio dell’uomo la priorità: “posso intervenire sul determinismo”. Il credere è sempre l’espressione di Sole — pianeta dell’Io — e di Nettuno, pianeta della metamorfosi e del misticismo.

È stato il primo a cantare in Vaticano.

Non era forse un titano del pensiero Wojtyla, ma mi conquistavano la sua bontà e la sua moralità».

Chiunque abbia un pianeta in IX avrà sicuramente a che fare con le chiese e con le fedi in genere; è una casa legata anche alle filosofie, all’interpretazione del mondo e lunghi viaggi di esplorazione anche mentali: il Sole è al trigono di Luna e Plutone.

Canterebbe per Ratzinger?

«Lui e i suoi cardinali si comportano da anticristiani. Agevolano il mondano, contro tutti i religiosi che credono alla vita terrena come a un passaggio. Il caso Englaro ci ha anche mostrato senza pietà che con i furiosi lanzichenecchi della politica l’unica soluzione è l’esorcista».

Sia Saturno sia i pianeti in XII parlano di una chiesa francescana povera, come anche Giove in Vergine.

La vita è sacra?

«Solo se rifiuta la dittatura della carne. Mi stupisce un certo attaccamento alla vita. Credo nel passaggio da un’esistenza all’altra. Intanto liberiamoci di questa, se non ne vale più la pena». «Breve invito a rinviare il suicidio» è il titolo di una sua canzone. «I monaci tibetani ogni notte capovolgono la loro coppa perché potrebbe essere la loro ultima. L’occidente è pieno di zavorra, di dolori inutili, un fardello di schifezze emotive che ti annienta. Penso alla depressione di Gassman e di Tognazzi. Nella mia “Stage Door” si dice: “Sapessi che dolore l’esistenza che vede nero dove nero non ce n’è”».

L’VIII esprime il nostro atteggiamento nei confronti della morte; qui tale atteggiamento è pacato, come vogliono i Pesci, anzi, quasi foscoliano: un luogo di ristoro per ripartire verso la prossima esistenza che si chiude coi Pesci e si riapre con Ariete in un eterno ciclo, come saggiamente esprime lo Zodiaco.

Come se la cava con la morte dei cari?

«Ero molto legato a mia madre, ma sono rimasto inalterato alla sua morte. Questo lo trovo impagabile. Sarò capace di farlo con la mia morte? Vorrei non avere nessuno accanto quando sarà il momento».

Da quanto ho già detto, credo che in quel momento sarà sereno, del resto Urano in XI, in Gemelli, al trigono di Nettuno in Bilancia e sestile a Plutone, spinge verso equilibri estremi a sperimentare anche punti di non ritorno.

Meditare è l’equivalente dello svuotamento fisiologico. Un clistere spirituale. «Svuotamento è il vocabolo giusto. Se stai in un bosco e sei vuoto dentro, puoi sentire tutta questa armonia pazzesca. Non hai bisogno d’altro. In quel momento potresti dire arrivederci alla vita senza rimpianto».

Gli aspetti appena accennati inducono a questa percezione del circostante (III in Bilancia, dove troviamo Nettuno sestile alla Luna, astro della sensibilità e Plutone pianeta della creatività): ti immergi un una tua personalissima atmosfera, una volta che hai abbandonato le griglie della visione ottica.

I dolori inutili del giovane Battiato.

«Era il regno della paranoia e dei finti malesseri. Una pièce insopportabile. Ho avuto un periodo molto difficile dal ’70 al ’72. Una volta a New York provai un’attrazione fortissima a buttarmi sotto la metro. L’idea del mio corpo che si sfracellava mi inebriava. Un secondo prima di farlo mi afferrai a un palo vicino a me».

Nel ’70 Giove in Scorpione minacciava molto la voglia di vivere: dapprima opposto a Venere e quadrato a Luna e di Plutone in XII, mentre Saturno era in transito in Toro, anch’esso al quadrato di Luna e di Plutone; inoltre Urano in Bilancia si opponeva al Sole, mentre Nettuno si opponeva a Urano. L’impronta di Saturno si evince dall’immagine della metropolitana che corre sui binari legata al Capricorno cosignificante della X, casa anche della propria autonomia, in cui esso transitava.

Niente incubi nel suo letto?

«Sono uno solare, trovo la notte minacciosa. Avverto presenze ostili. E dormo per difendermi».

Certamente è un personaggio solare, sia per il Sole in Ariete al trigono di Plutone in Leone, sia per l’ascendente Leone, ma si sente la minaccia saturniana, il quadrato, che Kronos — il Tempo — con il suo scorrere fa arrivare la notte lunare, nel suo caso plutonica.

L’inconscio non basta a spiegarli?

«L’inconscio è zavorra stupida. Fosse per me, il mestiere dello psicoanalista andrebbe in estinzione. L’individuo può e deve risolvere da sé il suo caso».

Il suo trigono Marte-Saturno e un buon Urano in XI inducono a pensare in questo modo, come pure il timore dell’inconscio ridotto a zavorra.

Il corpo va punito?

«L’ho fatto una sola volta, quando smisi di fumare. Una fatica bestiale perdere sedici chili. Mi facevo schifo. Il corpo è solo una custodia, un fagotto. Mi comporto con lui come un padre. A volte lo assecondo, altre no».

La VI è la casa legata al proprio colpo e indica anche l’atteggiamento che abbiamo verso di esso: qui è in Capricorno, segno austero e saturniano, legato alle discipline monastiche.

Niente è come sembra.

«Non dovevo fare il cantante. Non mi piace esibirmi. La mia vanità è zero. Cerco di fare bene questo mestiere. Sono cosciente di aver scritto cose belle e cose pessime».

Venere in X e in Toro gli avrebbe comunque dato una grande notorietà, anche se non è proprio quello che il soggetto desidera; infatti è quadrata a Plutone, pianeta dell’esibizionismo e alla Luna, astro dell’intimità: è restia a mostrarsi. Inoltre la V, casa dello spettacolo, è in Sagittario ma è vuota e Giove è isolato in Vergine.

Un esempio del pessimo.

«”La voce del Padrone”, tre milioni di copie in tutta Europa. Lo feci per i soldi, aggiunsi molta acqua al mio vino. “Centro di gravità permanente” è una canzoncina modesta con un buon testo».

Ancora una volta la casa II che riguarda il denaro e Giove isolato che fa temere per la propria autonomia, finanziaria, per cui ci si comporta come una formica e talvolta si cede alle tentazioni per sopravvivere.

Il meglio.

«Le canzoni che incidono sul profondo. “Stage Door” è un pezzo formidabile. Anche “L’ombra della luce” è tra le mie preferite».

Tutto è da interpretare con l’opposizione Sole-Nettuno tra le III e la IX.

“La cura”. Perché ha così toccato gli Italiani? Mi risultano decine di risvegli dal coma indotti da questa sua canzone.

«Di questo non parlo. Si rischia il macchiettismo. Un giorno Sgalambro, scherzando, mi propose di vendere la canzone alle case farmaceutiche. È un pezzo ispirato, per questo arriva alla gente. Ma non è tra le mie preferite».

Il segno del Cancro in XII (legata agli ospedali e alle cure), dove dimora la Luna.

Questa sua casa sull’Etna s’ispira ai conventi di clausura?

«Ne ho frequentati di conventi e di suore di clausura. Non le dico quali, Ratzinger li farebbe chiudere. Quella è la veranda dove ogni giorno medito. Mi sveglio alle cinque e ascolto musica classica. Alle sei e mezzo mi alzo e inizia l’avventura».

Il Leone all’ascendente sta bene se si sveglia col Sole; e poi la Luna, pianeta legato al sonno, al quadrato di Venere non fa dormire a lungo, Saturno in Cancro non vuole che si perda l’autocontrollo, la veranda offre una visione delle cose dall’alto, come desidera il Toro dove è situata Venere, pianeta anche della vista, quadrata a Luna e Plutone: non ama essere fotografato ma ama fotografare.

Vedo libri su Händel ovunque.

«Si chiamerà “Georg Friedrich Händel”, sottotitolo “Viaggio nel regno del ritorno”, il mio nuovo film. Una riflessione sul ‘700 che non è mai stato raccontato. Il problema sarà trovare i soldi».

Händel affascina Battiato perché è un Pesci con Sole congiunto a Nettuno: è complementare alla sua opposizione Sole-Nettuno. Lo attrae poi per via dell’ascendente in Ariete e soprattutto per Urano congiunto alla sua Venere in Toro.

Sesso o castità?

«La castità è fantastica. Ogni volta che sono coinvolto in un progetto artistico, le mie energie sessuali si trasformano in atto creativo. Non sono disponibile ad altro che a questo».

Marte in Aquario (e comunque nei segni d’aria) agevola la sublimazione, e infatti qui è controllato da Saturno, mentre Venere è tutta proiettata verso il successo, amato e sofferto.

Sublimazione permanente.

«So di questi politici, poveretti, che s’imbottiscono di Viagra. Non avere pulsioni sessuali è una fortuna. Pagherei per questo. La vera prigionia è quando sei schiavo dei sensi».

Casa VIII vuota in Pesci e la necessità di superare la quadratura a Saturno, che esige comunque una certa regolarità anche se controlla la V-sessualità in Sagittario, segno fantasioso.

Lei è un uomo fortunato?

«Purtroppo no, devo farci ancora i conti con la pulsione sessuale, ma non vedo l’ora che arrivi la pace dei sensi».

Il Sole in Ariete vuole concretezza e deve passare attraverso la carne per affermarsi: è trigono a Plutone.

Talenti della musica di oggi.

«Ascolto solo musica classica. A 64 anni, quando sento alcune dl Händel devo fermarmi per la gioia insostenibile che m’ingorga. La musica leggera l’ascolto incidentalmente sul taxi o in tv».

La musica in genere è legata sia a Venere che a Nettuno e alla Luna, la predilezione per la musica classica è data da un’impronta saturniana (sono le regole dell’armonia che traspaiono dietro di essa): il Sole e Saturno ricevono quattro aspetti mentre Nettuno cinque.

Lucio Dalla e Carmen Consoli hanno casa da queste parti.

«Lucio lo vedo poco. Carmen è un talento sorprendente con un grande cervello. Si sta anche liberando di un certo manierismo».

Lucio è un Pesci, quindi un nettuniano, Carmen è una Vergine, da qui il manierismo.

Tre miti al femminile: Mina, Milva, Vanoni.

La Vanoni l’ho capita in ritardo, però, quando l’ho capita, l’ho capita davvero. Mina l’ho capita in anticipo. Dopo, da cantante nazionalpopolare l’ho capita meno. Di Milva apprezzo il percorso intellettuale».

E ancora abbiamo Mina Ariete, Milva Cancro, e la Vanoni Vergine.

Un pezzo di strada assieme a Gaber.

«Ero un ragazzo alle prime armi. Si prese cura di me. Ci siamo divertiti da pazzi nelle balere dell’hinterland milanese. Giocavamo a poker io, lui, Ombretta Colli, Roberto Calasso e Fleur Jaggy. Ci giocavamo i libri dell’Adelphi».

Il gioco è legato alla V, qui in Sagittario.

Il suo sodalizio con le donne. Fiorella Mannoia, Elisabetta Sgarbi.

«Fiorella è un talento. Mi piace il suo timbro vocale. Elisabetta è come il mio Etna, in continua eruzione. Siamo affiatatissimi».

Fiorella un altro Ariete, Elisabetta non lo so.

Un equivoco necessario l’amore?

«È bello conoscere le pene e i piaceri dell’amore, una, due, tre volte, poi basta. Nell’innamoramento ci si annulla nell’altro. Se non sei equilibrato, arriva il dolore e quindi il massacro».

Qui è la V in Sagittario che parla, con la giusta distanza, come vuole un Sole in Ariete sempre in IX che corrisponde al Sagittario: un sapere quasi letterario rapido come una cavalcata di un veloce destriero.

Manlio Sgalambro. Più di un sodalizio.

«Con lui si respira l’aria delle vette. Un giorno eravamo lì che prendevamo una granita. “Perché non facciamo un disco pop?”, mi fa. Venivo dal mio periodo fondamentalista, accettai la sfida. I miei fan si ribellarono. Dovettero ricredersi».

Manlio è un Sagittario, segno dove Battiato non ha pianeti ma che chiude il trigono di fuoco; è un segno dove si sottolinea la relazione tra allievo e maestro: nella mitologia il centauro Chirone ammaestra Achille. Sgalambro è un vero maestro: nasce con il Sole congiunto a Giove, entrambi al trigono di Nettuno in Leone proprio nella casa I di Franco.

Articolo pubblicato sul numero unico 2009 de L’Eco dei Feaci