Aspettando il Congresso del Centenario
Pillole di astrologia dalle lettere inviate da Lisa Morpurgo a Massimo Fornicoli – 1982>1993
Dopo il Convegno astrologico di Villa Ponti a Varese (25 settembre 1982), affinché non lasciassi all’etere le mie deduzioni astrologiche, Lisa Morpurgo mi impose di scriverle a macchina e iniziò così la nostra corrispondenza. La prima sua lettera è del 23 ottobre 1982, sulla busta annotavo qualche parola chiave circa il contenuto, più facile da citare all’occorrenza. Soddisfatta della mia relazione Codice onirico – Codice zodiacale mi scrisse: “l’invito a Brebbia è già un diploma” e “io non voglio seguaci, ma collaboratori stimolanti e se possibile forniti di competenze specifiche, quali sono appunto le tue in psicologia”. Sono circa ottanta le lettere che ho recuperato, l’ultima è dell’11 novembre 1993. Dall’87 veniva spesso ospite da me a Vallerano nei weekend e dunque la corrispondenza si è dilatata. All’epoca stava scrivendo La natura dei pianeti, che comportava lunghe dissertazioni. Alle sue ipotesi rispondevo attingendo al mio archivio di temi domificati con annotazioni di mille persone, confrontandoci.
Massimo Fornicoli
– 01.05.23 –
Carissimi, siamo giunti alla perla del 1° maggio, tra 18 giorni sarà il Centenario, seguito dal Congresso. Mi premeva darvi una giustificazione all’estrapolazione delle sue lettere e di quanto vi ho sottratto della sua vita più intima, operazione per me doverosa in quanto dettata dal rispetto che lei aveva per sè stessa e dalla sospettosità che il tutto potesse essere travisato. Giove in Scorpione quadrato a Nettuno!
Lisa ci ha, a me meno di voi, voluto tacere parti della sua vita, inspiegabile per esempio che avesse studiato pianoforte andando a lezione alla Scala di Milano e addirittura aveva ancora, nella casa precedente a quella di Via Lanzone, dove io la conobbi, un pianoforte. Era arrivata a Milano giovanissima, con sua madre, dopo la morte del padre, grazie a sua zia Maria, sorella della madre. In Via Cusani aveva un pianoforte ¾ di coda, eppure non ne ha mai parlato né ha mai messo le mani sul pianoforte verticale dei figli di Madeleine quando trascorrevamo il weekend a Brebbia, né sul mio Roland pesato nella sua camera da letto a Vallerano.
Una confidenza veloce fu quando mi disse che l’ex marito tra gli hobby era un organista, e che addirittura si era trasferito in una vecchia casa con pareti spesse e soffitti alti dove si era fatto costruire un vero organo a canne! Non mi ha mai parlato di suo padre, né della sua morte precoce. Ubi maior minor cessat… Il re degli strumenti elimina il martellante pianoforte!
Vorrei cercare quante volte ricorre la parola pianoforte nel suoi libri. Nel Convitato sicuramente dice: “…sulla tastiera dove la mano corre veloce…”.
Sull’orario del suo tema natale mi rimane un mistero, tuttavia penso che si fidasse della straordinaria memoria di sua madre, e che si fosse adagiata sull’ascendente Leone che attenuava un’immagine di sé ancor più affettiva, data già dalla Luna in XII in Cancro, tuttavia, nel privato, osservando le sue reazioni nelle relazioni lo avevo sempre ipotizzato.
Ma veniamo alla mia spiegazione: le ottanta lettere, quelle nel tempo ritrovate (non è detto che non ce ne siano altre) verranno bruciate con mio atto liberatorio, in quanto so rispettare il suo desiderio di privatezza. Quando le arrivava la mia lettera la leggeva e di getto mi rispondeva stracciandola. Ne ho solo una, che sarà oggetto della mia testimonianza al Congresso, ed è la riposta a una sua precedente interessante lettera sui condizionamenti, che lei stessa mi aveva restituito nella lettera successiva, così che potrete avere un’idea della nostra corrispondenza. Considero questa insolita restituzione una di quelle “coincidenze significative” che erano solite accadere nel nostro straordinario rapporto fortemente amicale, per esempio ci capitavano nella stessa settimana due clienti con la stessa combinazione planetaria e lo stesso problema, poi parlandone scoprivamo che erano addirittura parenti!
Massimo Fornicoli
– 15.04.23 –
Carissimi Feaci, ancora un lamento della Lisa indirizzato a noi che seguivamo o ci eravamo avvicinati a lei per il nostro precipuo interesse astrologico, ma nel mio caso non solo, parlavamo di tutto. Del resto la Lisa era oramai intenta a decifrare il Codice e dunque nessuno di noi pensava che “La noia di Priapo”, il suo romanzo ispirato al toro da monta che Prandino (Eriprando) Visconti aveva in una sua tenuta in Toscana, dovesse ricevere commenti, e ne avrei potuti fare, conoscendo per strade diverse Nicoletta, amica proprio dei Visconti. Riguardo alla sua minaccia, ribadita anche in altre lettere, di abbandonare l’astrologia, non credo proprio che sarebbe mai riuscita ad uscire da quel ginepraio del Codice, continuamente immersa nei suoi fogli pieni di appunti.
Massimo Fornicoli
Nota: Eriprando Visconti (1932-1995), figlio di un fratello di Luchino (1906-1976), è stato un regista con il quale Lisa Morpurgo ha collaborato come sceneggiatrice (La orca, 1976; Una spirale di nebbia, 1977).
Non pubblicavo romanzi da dodici anni e mi sono accorta che gli amici conosciuti nel frattempo non hanno mai raccolto, l’anno scorso, le mie allusioni al fatto che io stessi scrivendo; né si sono interessati alla sua pubblicazione; né l’hanno comprato quando è uscito; né, avendolo comprato, sono stati capaci di fare per telefono o per iscritto uno di quei commenti, anche banali, che sono parte essenziale del viver civile, così come lo sono i rallegramenti con chi ha avuto un figlio o le condoglianze a chi ha subito un lutto. La vastità del fenomeno mi ha messo di fronte alla evidenza che la mia facies astrologica esclude tutte le altre agli occhi di questi amici recenti; ai quali interessa solo che io parli di astri e non perda tempo altrimenti. Contemporaneamente, Priapo ha fatto risorgere attorno una quantità di amici antichi che si sono rifatti vivi con entusiasmo, scrivendo, telefonando e invitandomi a ritornare agli antichi amori, alla narrativa, alla letteratura, alla frequentazione di persone che sanno chi è Jane Austen o Eça de Queiroz. La tentazione è grande e ci sto pensando sopra. Per carità, non immaginare che io pensi di abbandonare gli amici recenti, ma una ferita c’è stata, e profonda. Frattanto penso con vera gioia al nostro incontro brebbiese a fine agosto.
23.07.1988
– 01.04.23 –
Questa pillola è stata la più toccante nel rileggerla. Vi ho risparmiato la parte di testo che testimonia la sua vicinanza a proposito della malattia di mia madre, di 68 anni, cinque più della Lisa, diagnosi in pieno agosto, cui avevano dato pochi mesi di vita. Anche Lisa, 63 anni, in quel periodo era alle prese con sua madre di 89, ruolo che sentiva molto faticoso, considerando che era un Ariete con un suo spiccato carattere. Morirà a 97 anni ancora molto lucida. Condivido in parte quanto dice Lisa circa il parlare troppo di malattie in trasmissioni ecc… ma con la vecchiaia sono esse che ci vengono incontro, ti coinvolgono nell’accudimento di parenti e in quel periodo la mia casa era diventata una clinica: ovunque medicine, flebo, che mettevo io, etc… A settembre rinunciai all’insegnamento, non potevo pagare un’infermiera tutte le mattine per 7 ore, il costo era maggiore di quanto guadagnavo allora a scuola, considerando che poi mi aspettavano il pomeriggio e la notte.
Massimo Fornicoli
Ora, almeno io personalmente, non so che cosa fare. Mi spiace molto per tua mamma, anch’io sarei spesso condannata a situazioni del genere se vi cedessi completamente, o se vi cedesse mia mamma. Penso sinceramente che buona parte della eccezionale resistenza psico-fisica di mia mamma dipenda appunto da una certa posizione “sana” che ho dato alla vita di entrambe. Medici e medicine non entrano in casa. Di malattie non si parla MAI. Ai cedimenti e ai malori (che ci sono) si rimedia con la ginnastica o con un buon pranzetto e soprattutto con due risate. Ora, non dico che una malattia vera non possa colpirci e sai benissimo che sono sempre costretta a considerare l’eventualità di prestare a mia mamma una assistenza continua da un momento all’altro. E non pretendo certo di essere nel giusto. Però i fatti mi danno ragione. Fondamentalmente sono convinta che il decadimento fisico matura e prospera in un brodo di cultura mentale fatto di fissazioni sanitarie. Tu parli molto volentieri di malattie e troppo spesso di farmaci, che sono il veleno dell’umanità. Ma basta così, non vorrei darti l’impressione che ti faccio una predica, per amor di Dio, è solo un consiglio, o una proposta o forse una mia meditazione solitaria che ti scrivo in un momento di abbandono.
03.08.1986
– 15.03.23 –
Questa pillola segue l’altra, sempre sui “condizionamenti”, che sarà poi l’argomento della mia relazione per il centenario, suggerita da Lisa dovrei dire, perché vi leggerò la sua lettera e la mia di risposta che mi aveva rispedito, altrimenti come sapete non ho copia delle mie lettere. Mi ricordo che feci una distinzione tra i condizionamenti che Lisa chiama “imprescindibili” dunque genetici, ciò che ci viene trasmesso dal DNA zodiacale, e quelli “superflui” come epigenetici, che i ritmi planetari dei transiti modificano accentuando alcune funzioni di un pianeta. Infatti l’epigenetica studia il modo in cui i geni si esprimono, cosa li accende o spegne. Per semplificare molto, ciò che mangiamo (Giove), respiriamo (Mercurio-Y), quanto ci irritiamo (Marte) ecc… sono tutti fattori in grado di attivare alcune risposte e l’insorgere di alcune malattie.
Massimo Fornicoli
Tali tormenti, oltre che all’ovvia resistenza censoria piazzata dal codice genetico in ciascuno di noi, nascono fors’anche da una tua incompleta visione e conoscenza della struttura, diciamo così, mentale dell’universo. Ci sono, insomma, condizionamenti di due tipi, gli imprescindibili, ossia quelli che costituiscono la struttura portante di un comportamento e di un destino che deve compiersi in ogni modo, e i superflui, ossia quelli che ci sono piovuti addosso solo per la legge dei grandi numeri. Ti spiegherò tutto meglio quando ci vedremo, ma il concetto è press’a poco questo: lo Zodiaco affida alle posizioni planetarie, e alla loro successiva rivoluzione, le leggi della probabilità, una certa generazione sarà esibizionista e un’altra tecnico-razionale. I segni, per la loro struttura congenita, si inseriranno bene o male nella tendenza generazionale, e nel periodo di tempo accordato a ogni segno, le ventotto posizioni della Luna incidono sulle reazioni del singolo. Aggiungi le combinazioni delle case e otterrai una complicazione apparente, e una semplificazione reale, di quelli che ho definito i condizionamenti imprescindibili e quelli superflui.
26.07.1986
– 01.03.23 –
Carissimi Feaci, in questa lettera ritrovo le radici della mia relazione sugli aspetti “perturbanti”, che si allacciano ai condizionamenti cosmico-genetici e al fatto, qui evidenziato da Lisa, di trovarci di fronte allo Zodiaco come ad un essere vivente. In realtà è solo uno schema virtuale – come quello rappresentato da una formula chimica, o dalla struttura di un aminoacido – piuttosto che l’immagine reale che ritroviamo in natura. Naturalmente, come esprime bene la Lisa, di fronte a tale scoperta non si può rimanere tranquilli. Dapprima veniamo presi dall’angoscia deterministica di non avere nessuna libertà, angoscia in parte contenuta dall’incertezza dell’interpretazione del messaggio da decriptare contenuto nel tema natale, che impegna nella prosecuzione della ricerca, con l’investigazione-decifrazione-mappatura, dove la percezione della non completa conoscenza della struttura-funzionamento del sistema codice planetario, genera atteggiamenti che oscillano fra il timore che l’indagine diventi sempre più esaustiva e il desiderio di approfondirla per magari scoprire quali antidoti mettere in campo per rallentare o evitare quanto nel tema è già virtualmente annunciato. E qui Vincenzo che si muove da anni in questo ambito di decifrazione dello Zodiaco potrebbe trovare spunti chiarificativi che ci permettano di identificare nel tema natale ciò che i genetisti riescono a scovare con un attento esame del codice genetico.
Massimo Fornicoli
Anche in te, infatti, si mescolano due tipi di problemi. Il più forte, attualmente, non è che tu abbia paura di guarire i malati, ma hai semplicemente paura di constatare che l’astrologia funziona. E intendo la grande astrologia, quella dei condizionamenti cosmico-genetici. Qui tento di soccorrerti con la mia esperienza: nell’estate del 1972, mentre ero in Austria (avevo già pubblicata l’Introduzione), e proseguendo nella decifrazione del codice scoprii appunto che il nostro sistema planetario è un essere vivente costruito come noi. Soffrii di tali angosce che volevo bruciare tutto. Mi fermò la constatazione, molto realistica e saggia, che comunque non avrei potuto dimenticare niente, e il modo migliore per vincere l’angoscia era quello di soddisfare la curiosità. Inoltre, la felicità di una scoperta è così intensa da superare qualsiasi immaginazione. Per te, è vero, si tratta di applicazione di una scoperta, ma la soddisfazione professionale dovrebbe ampiamente compensare i tormenti. Tali tormenti, oltre che dall’ovvia resistenza censoria piazzata dal codice genetico in ciascuno di noi, nascono fors’anche da una tua incompleta visione e conoscenza della struttura, diciamo così, mentale dell’universo.
26.07.1986
– 15.02.23 –
Carissimi, ancora una pillola di sfogo della Lisa. In parte si tratta di cose già dette riguardo all’uso dei suoi libri come semplici “dizionari”, sulla mancanza di riscontri su quanto trovato corrispondente – magari da arricchire in riferimento a un aspetto col tema natale esaminato – e sull’assenza di commenti, che avrebbe gradito nel corso delle sue lezioni, oppure (e l’avrebbe gradito ancor di più) per lettera, a cui avrebbe certamente risposto. Io all’epoca avevo la fortuna di godere dell’ospitalità offertami da Marie Madaleine, per cui, tra il treno da Milano a Brebbia, il venerdì, il sabato, e di nuovo il treno per Milano, avevo un lungo arco di tempo in cui di scambiare con Lisa osservazioni, riflessioni, ecc… Spesso arrivavo con dei temi natali da sottoporle, e anche Marie interveniva fattivamente e rubricava in diverse lingue, stenograficamente, le corrispondenze segno-casa-pianeta-aspetto che Lisa illustrava acutamente e magistralmente, stimolata dal clima di ricerca che si creava. In ultimo ancora sottolinea l’interesse demoniaco per i transiti, per esorcizzare la paura del futuro. Così anche un’astrologia dialettica lasciava talvolta il posto all’astromanzia “tout court”, spesso con scarso successo perché soltanto una chiara conoscenza del tema di base rende davvero possibile una previsione corretta. Dunque rassegnata mi suggerisce che almeno la si utilizzasse come aiuto per un’analisi del carattere.
Massimo Fornicoli
Ti parlo di un episodio adesso, per via della ricorrenza-anniversario, ma ti assicuro che sto esaurendo la mia riserva di reazioni emotive, e probabilmente ho imboccato una via senza ritorno verso il totale distacco, l’unico che mi metta al riparo da dolorose sorprese. Stento perfino a cominciare “La natura dei segni”, perché è ormai chiarissimo che 1) i miei libri non vengono quasi mai letti, ma consultati come dizionari, 2) anche chi li legge ne capisce si e no un decimo, prova ne sia che non ho mai ottenuto i commenti che mi aspettavo, 3) devo dedurne che nonostante i miei sforzi, astrologia omnia vincit e dello Zodiaco e del cosmo tutti se ne fottono, pensano solo al futuro e ai transiti e se va proprio bene all’analisi del carattere. La mia ultimissima speranza sta proprio nella psicanalisi e dunque anche nei tuoi lavori.
25.07.1986
– 01.02.23 –
Carissimi, faccio solo una nota e mi dolgo di non aver fatto le copie delle mie risposte alle sue lettere, ma con sei pianeti in aria per lo più scrivo nel vento, dunque parlo… È estremamente interessante leggere qui come Lisa abbia proprio la stoffa della ricercatrice. A questo proposito vi voglio raccontare un breve aneddoto. La prima volta che venne ospite da me, le feci trovare uno straordinario saggio di 500 pagine di Hans Mayer, professore di letteratura tedesca, “I Diversi (l’ebreo, la donna, l’omosessuale)”, edito da Garzanti, di cui avevo acquistato due copie e che stavo studiando pian piano: ero a metà. Dopo il pranzo Lisa andando a letto nella sua camera se lo era portato con sé, era un po’ stanca per il viaggio in treno. Alle 16,30, svegliandosi, mi disse le linee fondamentali del testo, per niente facile, e le conclusioni a cui era arrivato l’autore. Le aveva dato, così disse, solo una sbirciata prima di addormentarsi. Il “rimosso normale” di cui qui parla Lisa, Freud lo chiama “rimozione originaria”, che distingue da quella secondaria, ecc… Naturalmente è da distinguere dalla “repressione”, tra l’altro nel mio lavoro “Le trasparenze come chiave di lettura dei nostri conflitti” avevo tracciato sullo Zodiaco delle ipotetiche vie di scorrimento di alcuni aspetti tra i segni zodiacali per individuare alcuni meccanismi mentali, ma il discorso si farebbe complesso e vi lascio alle chiare parole di Lisa.
Massimo Fornicoli
Quanto a me, oltre a scavare nei prodigi del codice, cerco di chiarire la struttura dell’analisi astrologica con l’aiuto di Freud. La soluzione, penso, sta nel staccarsi dal concetto di “malattia” per passare al concetto che “gli edifici della malattia” sono in realtà gli edifici puri e semplici del comportamento universale, e la malattia insorge quando un errore del capomastro, sommato agli effetti degli agenti naturali esterni (intemperie o terremoti o bombardamenti) provoca delle crepe più o meno gravi. Ma in realtà ciascuno di noi vive in un edificio che ha il compito di occultare un rimosso. L’entità del rimosso conta solo per gli analisti perché risulta evidente grazie a nevrosi o a isterie; ma quanto più affascinante e rivelatoria è “la rimozione normale”, ossia quello che ci sembra il comportamento sensato della maggioranza. In molti casi, nemmeno io riesco a capire che cosa abbia indotto certe persone a costruire il loro “edificio di rimozione”, dal momento che non se ne vede il bisogno o addirittura il rimosso è più gradevole dello schermo occultante. In parole povere, perché una sana donna d’affari vuol farsi passare per una sentimentale o un’ottima giornalista afferma di rimpiangere la vita da casalinga? Se non riusciamo a trovare la spiegazione, vuol dire che la cerchiamo dalla parte sbagliata, e superando i casi singoli mi sembra di scorgere un’unica costante: la necessità di mentire a sé stessi anche quando non ve n’è motivo. Qui il discorso diventerebbe troppo lungo e accenno solo a un problema pratico: dall’edificio apparente si può passare all’edificio occulto con molta facilità grazie al tema natale, ma quando e come ne vale la pena? Lavagetto scrive nel suo ottimo “Freud e la letteratura” (Einaudi) “La resistenza all’interpretazione non proviene solo dai contenuti, ma anche dall’organizzazione formale, dall’architettura degli edifici. I fili debbono essere sciolti e recuperati l’uno dopo l’altro per potere poi essere riannodati in un disegno diverso, costruito con gli stessi materiali e tuttavia tale da apparire come una latenza, come una possibilità di senso inscritta nel testo base e finalmente portata alla luce”. E dopo? Un analista può parlare con tranquillità di questo procedimento perché con i mezzi a sua disposizione può compiere l’operazione solo parzialmente e ancora in modo condizionato; crede ancora, il poverino, che tutto risalga all’infanzia e ignora i meccanismi degli universi riproduttivi. Ma l’astrologia ci consente l’intera operazione e credo che sia pericoloso farla, o almeno comunicarne i risultati all’interessato. Il quale, d’altra parte, ha ampi mezzi per difendersi con zanne e artigli, come ho sperimentato più volte. Sottopongo la faccenda alla tua meditazione.
15.06.1986
– 15.01.23 –
Questa lettera non è indirizzata a me, Lisa la scrisse a mia insaputa, alla redazione della trasmissione Fluff e la pubblichiamo per intero come regalo della Befana… un po’ postumo. Argomento della lettera è il programma Fluff, di Andrea Barbato, Rai Tre. Io venni invitato ma quando seppi che c’era Piero Angela non volli andare, così mi vennero a fare un’intervista a casa. Sapevo che avrebbero cercato nella mia stanza qualche sfera di cristallo così misi in evidenza una grande zucca gialla al centro del tavolo e mi mantenni su un filone a dir poco ironico. Oltre a farmi una serie di domande per mettere in evidenza la mia persona vollero seguire la mia giornata tipo dal mattino: il mio andare per gatti, colonie feline e cani (in quel periodo avevo trovato un pastore maremmano femmina con sette cuccioli in un tronco di albero di castagno, le riprese furono straordinarie in un cielo di un azzurro terso) e poi la spesa, ecc… Il filmato venne trasmesso alla fine della puntata. La trasmissione si aprì con l’astrologia, fu invitata Adelia, signora intelligente che in una rete privata teneva una rubrica rispondendo agli ascoltatori, tra gli altri c’era Maria Rosaria Omaggio, attrice e studiosa di esoterismo, che intervenne aggiungendo in mia difesa dicendo che ero uno psicologo e che non vivevo facendo oroscopi, Paola Giovetti, studiosa di fenomeni paranormali che stranamente non parlò, e avrebbe potuto farlo veramente con cognizione di causa, circa un esperimento che il prof. Emilio Servadio, arcinoto psicoanalista mi propose e che accettai di fare, che la coinvolgeva direttamente. Il suo intervento autorevole sarebbe stato molto utile per dissipare tutto ciò che ancora in quegli anni circondava l’astrologia, incriminata di responsi confusi e contradditori in cui si poteva dire di tutto e il contrario, dove i più bravi eccellevano per una solida dialettica espositiva. Purtroppo il programma, che pure proponeva servizi intelligenti, non fece avanzare di una virgola la comprensione di questa disciplina. Certamente la scelta cadde su me come facile bersaglio per screditare la materia in quanto andavo in onda prima del TG2 delle 19.45 con brevi previsioni giornaliere, che avevo accettato dal dicembre 1987 fino al giugno 1992, per cinque anni, per poter poi avere una trasmissione seria sui caratteri dei segni zodiacali ecc… Avevo a mio sfavore (e dunque davo fastidio, ma questo la diceva anche lunga sul pubblico) uno share molto alto con picchi di ascolto che diminuivano appena andavano in onda i titoli del TG2. L’analisi della trasmissione fatta da Lisa nella lettera è semplicemente impeccabile e illuminante, per questo ve l’ho voluta proporre pure essendo, per così dire, fuori tema.
Massimo Fornicoli
Milano, 9 febbraio 1989
Andrea Barbato
Rai 3
Gentile Signore,
ieri sera, al termine di Fluff, mi è parso di scorgere sul Suo volto un velo di noia e di delusione, o almeno ho sperato di scorgerlo perché Lei è simpatico e intelligente, di solito anche divertente, e invece ieri si è ritrovato tra le mani l’ennesima riedizione consunta di quanto la RAI ci propone da quindici o sedici anni quando decide di discutere ‘seriamente’ di parapsicologia; ovvero, gli immarcescibili Angela e Hack come pubblici accusatori, tre o quattro rappresentanti delle categorie incriminate, sempre più scalcinati e confusi perché dopo tante prove di parzialità da parte della RAI le persone intelligenti se ne restano a casa, e infine un neutrale, ieri incarnatosi in Celli, cui però viene affidata più o meno la parte di un usciere. Neutrale dovrebbe essere anche il conduttore, ma non lo è mai, perché di fronte alla scienza bisogna piegare le ginocchia e chi difende un mago rischia una stroncatura di Beniamino Placido. Ammetto che la Sua scarsa neutralità ieri non fu espressa con parole, ma con l’enorme spazio concesso a Angela, ai suoi filmati, ai suoi pistolotti da Difensore Civico di provincia. Sempre la stessa solfa, sempre gli stessi argomenti, sempre lo stesso errore madornale, ossia l’introduzione dell’astrologia nel campo del paranormale. Apprezzo il calore con cui questo errore fu segnalato da una delle imputate, ma lamento la pochezza controproducente dei suoi argomenti. Giorgio Celli a un certo punto disse cose intelligentissime ma fu subito zittito da Angela, che con virtuoso sdegno lo accusò di essere ‘molto pericoloso’. Insomma, siamo a un passo dal rogo. Da quel momento, e giustamente, Celli si disinteressò del tutto e cominciò a pensare ai fatti suoi. Contemporaneamente, penso, una larga fetta di ascolto andò perduta.
Ma non è della trasmissione in sé che voglio parlare, bensì di un dettaglio importante e, (divento virtuosa anch’io, cosa rarissima) moralmente pericoloso.
Angela ha detto ex cathedra che la televisione di stato ha il dovere di fornire informazioni esatte; ebbene, per rispettare questa bolla papale bisognerebbe sopprimere prima di tutto il cinquanta per cento dei telegiornali, mettere sotto torchio ‘Più sani più belli’, filtrare con metodi da Gestapo le rubriche mediche e culinarie. In proposito, il disgraziato Fluff di ieri sera è stato un bell’esempio di disinformazione globale, non solo per quanto è stato detto, ma anche, e più, per quanto non è stato detto.
Lo spettatore ha il diritto di sapere quanto segue: non è vero che Angela e Hack rappresentino (dai soliti quindici anni) l’opinione degli scienziati in generale; non è legittimo che entrambi parlino in nome della scienza, perché Margherita Hack è la sola a possedere titoli in merito, mentre Angela è un semplice divulgatore, abile, suadente, ma della vera scienza non sa nulla, come fu ampiamente dimostrato da una sua recente intervista alla televisione svizzera. Un dibattito Hack-Celli avrebbe avuto qualche valore, qualche interesse, ma già sappiamo che Celli fu zittito da Angela in veste di Bonifacio VIII, e il conduttore non alzò un dito per riportare un po’ di logica in tanta follia. Anzi, Angela virtuosamente si è detto terrorizzato dall’idea che i suoi figli possano essere influenzati dall’oroscopo quotidiano su Rai 2; ma io, caro Barbato, sia detto fra noi, sono terrorizzata dall’idea che i miei nipotini possano essere influenzati dal manicheismo di Angela, dalla sua intransigenza, dalla sua totale mancanza di apertura mentale, dai suoi atteggiamenti da Torquemada. Cosa si è salvato di Fluff? L’allegro filmato finale, che nonostante i suoi chiarissimi intenti parodistici e spregiativi ci ha presentato finalmente un uomo vero, ironico, scanzonato, che cucina con gusto, suona l’organo, corre coi cani nei prati. Tra il gessato grigio di Piero Angela, e il berrettaccio di lana di Massimo Fornicoli, inutile dire quale io preferisca.
So di aver gettato parole al vento. Tra qualche mese, il pendolo della RAI ricomincerà a oscillare tra trasmissioni orrende e raffazzonate come Mister O e Incredibile, e i processi torquemadeschi di Angela. Ma, se mi permette di citare l’indimenticabile baron de Charlus, ‘ça n’a aucune importance, ici’.
Devotamente Sua
Lisa Morpurgo
– 01.01.23 –
Ancora una lamentela della Lisa, direi quasi uno scoramento, lo afferma nel passo finale della lettera come conclusione chiedendomi aiuto. I traumi che mi attribuisce sarebbero dovuti, a suo dire, alle sue decifrazioni del mio tema, che non ha dato adito a una mia controffensiva, ma io conosco bene la “proiezione”. In realtà Lisa non sa gestire il controtransfert, si rammarica quando, sempre nella lettera, “la fulminea identificazione della realtà celata [ attraverso sempre l’esame del tema del cliente o dei lettori] in ciascuno di noi mi rende immediatamente odiosa”. Invano le ripeto come l’approfondimento di se stessi attraverso il tema natale costituisce un paradigma di cui ci si appropria lentamente. Quanto lei si aspetterebbe, accade talvolta solo nelle nevrosi traumatiche, quando avviene in corso della psicoterapia lo svelamento delle motivazioni profonde del disturbo.
Massimo Fornicoli
Con la decifrazione finale del codice ho capito tutto, e non parlo unicamente della cosmologia genetica, ma del grande meccanismo mentale che vi si cela dietro, il che è stupendo ma terrificante. All’improvviso, tutto diventa così chiaro, così evidente che mi vien persino da ridere all’idea di non averlo capito prima e mi sembra impossibile che gli altri, con la chiave in mano, non aprano la porta. Ma questa mia sorpresa è durata un paio di mesi, e ha già tentato di sopravvivere fino all’altro ieri, o giù di lì. In realtà, fin dalla (per me) triste conclusione del congresso di Mantova avevo preso sotterraneamente coscienza della mia impossibilità a comunicare con chicchessia, non solo a livello zodiacale, ma anche a semplice livello umano. […] Nessuno vuole essere capito perché siamo costruiti in modo da sopravvivere solo se teniamo ben saldo davanti a noi lo schermo dei condizionamenti. […] Ho la ferma intenzione di murare il mio cervello in una cella segreta e riabituarmi con pazienti esercizi, a parlare non dico come vent’anni fa, ma almeno come quattro anni fa. Spero di riuscirci e conto sul tuo aiuto, poiché sei l’unico che abbia subìto i traumi continuando a volermi bene, almeno così spero.
24 gennaio 1986
– 15.12.22 –
Interessante come sempre il consiglio di Lisa, di utilizzare il tema natale del paziente come test diagnostico, come invocare la neutralità che deve avere sia l’astrologo che l’analista, e quest’ultimo proprio per questo dopo l’analisi personale, deve sottoporsi ad una didattica dove ti vengono assegnati dei pazienti annotando tutto il materiale dai dialoghi, sia il proprio che del paziente, e sottoporlo a un supervisore, cosa che manca a chi non ha seguito un corso di astrologia serio, dove l’insegnante fa notare all’allievo ciò che non ha visto e soprattutto ciò che proietta di suo, trasformandosi in un astromante! Altra nota “accettare i condizionamenti”, direi il conoscerli ti da già la capacità di distanziarli e mentre agiscono su di te, sapere di trovarsi di fronte ad una sorta di automatismo, in parte quello che viene definito “complesso”, dove l’individuo mette in atto una “coazione a ripetere”. Per quanto mi riguarda non avrei mai messo il mio Saturno in XII, era semmai Lisa che pensava che la mia Luna stesse in XII, vuol dire farmi nascere 30 minuti prima, proprio no, Waldner mise Saturno congiunto all’Ascendente, Barbault l’Ascendente congiunto a Plutone!. Senza dubbio il modificare il proprio tema è indice di non accettazione, nel caso di Lisa lo fece per non mostrare il suo ascendente Cancro, cosa che vi sarà ancor più chiara dalla mia relazione sul suo tema natale.
Massimo Fornicoli
L’astrologia ci insegna a conoscere la natura e a inserirci in essa con la chiara coscienza di far parte di un prodigioso programma. E’ il punto di partenza della scienza pura. Ti consiglio di leggere subito, in proposito “Fato antico e fato moderno” di Santillana. La buona pratica astrologica esclude qualsiasi tipo di coinvolgimento da parte dell’interprete, anche, e soprattutto, il coinvolgimento terapeutico. Capisco che per te ciò sia difficile, e pensandoci bene ti consiglierei di servirti del tema solo come strumento diagnostico, per identificare le linee da battere nella analisi, ma nel corso della analisi dovresti abbandonarlo completamente. Temo che per te, come per Marie Madeleine e alcuni altri allievi, l’astrologia sia ancora uno strumento utile (tecnico e dunque in parte magico) mentre è soltanto uno strumento di conoscenza. Sta a noi poi usare questa conoscenza, ma in modo molto, molto distaccato. L’unico vantaggio (non lo chiamerei nemmeno utilità) sta nell’identificare i condizionamenti e accettarli, ma mi domando se sia possibile. [la parte che segue era opzionale – confermami se la vuoi mettere] D’altra parte, e in qualche modo questo te lo devo dire, l’atteggiamento dei consultanti dipende dal nostro, e dalla nostra maggiore o minore accettazione dei condizionamenti impliciti nel nostro tema: in proposito, e devo dire anche questo, sono affiorati a volte in te sintomi inquietanti quale il ripetuto desiderio di modificare una terza volta il tuo tema non più in base a una legittima verifica dell’ora ma perché, mi pare, il tuo Saturno “stava meglio” in seconda anziché in prima, o forse si trattava della Luna in undicesima. Comunque indizi precisi di un rifiuto e di un disagio.
12 gennaio 1986
– 01.12.22 –
In questa lettera Lisa Morpurgo ribadisce che ogni suo libro ha un’intrinseca continuità di pensiero che chiarisce i concetti esposti in Introduzione all’Astrologia, testo che rispondeva a una fase preparatoria finalizzata a poter comprendere Il Convitato di Pietra, che in assoluto contiene i “fondamentali” di tutta l’Opera. Una volta assimilato il testo lo si può consultare meglio come manuale, anche perché rimarrebbe esclusa la esemplificazione dei pianeti lenti in alcuni segni, avendo lei come materiale di studio oroscopi di persone più che altro quasi coetanee. Come apprendimento successivo io lo suggerisco ai neofiti per memorizzare meglio la materia di fare dall’Introduzione come segue: Segno Ariete – simbologia stagionale – Esaltazione Sole – Casa I >> Segno Bilancia – simbologia stagionale – Esaltazione Saturno – casa VII; Segno Toro – simbologia stagionale – Esaltazione Giove – casa II e così via… per memorizzare in modo dialettico la materia, ricordandosi delle cosignificanze Casa – Segno corrispondente.
Massimo Fornicoli
Poi, rileggendo le bozze del libro sui pianeti, una presa di coscienza dell’inutilità di tanti miei sforzi: mi ostino a offrire manuali di interpretazione corredandoli con ampie descrizioni del “perché” l’interazione segno-casa-pianeta funzioni in un certo modo, e del “perché”, nessuno si cura. Vogliono la formuletta o almeno il simulacro formale della formuletta. Pur essendo rivoluzionaria, l’Introduzione si esprimeva in frasi brevissime, concise, comprensibili da tutti. La logica stava dietro, era affar mio e me la tenessi ben stretta e nascosta, perché i lettori non intendevano (e non intendono) affiancarmi in così insulsa fatica. Penso di tornare a tale tipo di stile ne “La natura dei segni”, sebbene al momento l’idea di cominciare a scriverlo non mi attiri affatto.
12 gennaio 1986
– 15.11.22 –
Mi piace qui mostrarvi una parte di una lettera dove accolgo degli sfoghi. Devo confessare che all’inizio della nostra amicizia avrei pensato, data la mia deformazione professionale, che avesse dei tratti paranoici se più volte non mi fossi trovato ad assistere letteralmente ad attacchi palesi del tutto immotivati alla sua persona, senza dubbio scatenati dalle modalità di palesare il proprio pensiero, le sue scoperte, di cui andava fiera e che voleva diffondere. Così davanti a una relazione che svela un nuovo percorso logico matematico zodiacale ignorato dall’uditore/trice che aveva partecipato a una sua lezione senza intervenire con spunti propri, quest’ultimo accusa un certo risentimento. Riguardo alla “bugiarda nata” mi viene da sorridere… una sua pia illusione, a parte sarebbe servita solo un po’ di diplomazia [sarebbero accorsi dall’Alpi alle Piramidi ad apprendere…] mentre soleva esibire la schiettezza, non per offendere ma per stimolare l’alunno… che spesso restava impietrito. [Ecco perché ometto i nomi degli interessati/e che non condividerebbero questa mia spiegazione]
Massimo Fornicoli
La mia relazione di Saturno due anni fa, che era infinitamente superiore a quella dell’anno scorso, l’ha messo di malumore e tu stesso hai involontariamente origliato le sue critiche. Un discorso abbastanza tecnico sui condizionamenti, invece, ha sollevato i suoi entusiasmi. Poiché sono una bugiarda nata, non mi è difficile ‘seguire l’onda’ come si dice a Milano […] Questo discorso, con sfumature più o meno intense a seconda dei ritmi di frequentazione, vale per tutti i miei amici salvo due (oltre a te): un uomo che non conosci ma purtroppo vedo pochissimo, e la mia agente Carmen. In entrambi i casi direi che è la grandissima intelligenza a stravincere sui problemi egopatici. Carmen mi disse un giorno che molte volte mentre parlo, mi distacco all’improvviso dai livelli normali e volo al di sopra. Giuro che non me ne accorgo ma capisco che possa essere così. Insomma si ritorna al discorso di Circe.
24 luglio 1985
– 01.11.22 –
Faccio una doverosa precisazione. Con i pazienti non utilizzo il tema natale. Se non mi è sufficiente il colloquio iniziale posso, dopo alcune sedute, sottoporli al test di Rorshach per evitare alla terapia un alone magico de-colpevolizzante delle proprie azioni, come se il tutto dipenda dai pianeti, che considero influenti ma non determinanti del comportamento.
Massimo Fornicoli
E qui saltano fuori le differenze professionali tra noi due. Tu parli e pensi in modo terapeutico, proponi una ‘guarigione’ o alludi all’inconscio come se fosse un inquilino più o meno scomodo o una bestiolina selvatica da addomesticare, ma insomma estranea al prodigioso Io che tutti amano tanto. Per me tra conscio e inconscio non c’è differenza alcuna, anzi l’inconscio è il vero noi stessi costruito dai condizionamenti zodiacali e l’Io la bestiolina addomesticata dai nostri inganni e presentata a un pubblico da circo equestre. E questo nessuno lo tollera. Ho notato più volte che le stesse diagnosi formulate da me venivano respinte e formulate da te venivano accettate.
24 febbraio 1985
– 15.10.22 –
È evidente che il ‘nostro’ cervello nasce dal ‘nostro’ zodiaco e quindi non sgomentarti all’idea degli altri tre, però è il movimento combinato di tutti che lascia aperte delle alternative. Per esempio la suddivisione del cerchio zodiacale, sia tra Vergine e Pesci, sia tra Leone e Aquario. È quella che presento nell’introduzione, ma è proprio la differenza tra le due che conta, perché una è la bisettrice dello schema dei domicili e l’altra la bisettrice dello schema delle esaltazioni e il fatto che le esaltazioni costringano a ‘deviare’ in un segno della colonna accanto è, come vedrai, di grande significato, perché segna il vero inizio del cerchio (i domicili sono su due colonne parallele con numerazione progressiva oscillante).
5 agosto 1983
– 01.10.22 –
Per tutti i pianeti contano e il segno e il settore ma il settore è più evidente per le nostre conoscenze, più traducibile in termini immediati: per SF (Sigmund Freud) Venere in sesta congiunta Plutone = passione per la cura di malattie occulte (mentre Venere congiunta a Nettuno in Capricorno e in terza di Pasteur gli darà la passione per le infezioni da ‘contagio’, terza) mentre la Venere in dodicesima di ACD (Arthur Conan Doyle) gli suggerisce il gusto di scrivere sui misteri. Questa la mia opinione, come sempre discutibile.
8 maggio 1983